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Reportage di Federica Priori

SRI LANKA, LA TERRA DEI COLORI

Reportage di Federica Priori

 

 

Scarica il reportage originaleDici Sri Lanka e qualcuno ti chiede se hai deciso di partire perché soffri il mal d’Africa. Rispondi che Ceylon è l’isola a forma di lacrima a sudest dell’India, ma ti perdi subito nella spiegazione di che cosa ti spinge oltre quei meridiani e quei paralleli che separano Milano da Colombo. Quando atterri, però, sai di essere nel posto giusto:  c’è qualcosa, nell’aria, che  ti sorprende.   Ed ecco che la macchina fotografica si trasforma d’incanto in una magica lente d’ingrandimento, provando giorno per giorno a catturare una pennellata di colore: il dettaglio da cui partire per racchiudere su tavolozza le variegate cromie di una terra.

Verde foglia di tè

Dalla stazione di Nanu Oya il treno, mezzo prediletto dai turisti per ammirare  la distesa sconfinata delle piantagioni di camellia sinensis, sfreccia fino all’ex-capitale Kandy. Le colline della Hill Country sono oggi immense distese di tè. Lo sono dalla fine dell’Ottocento, quando le colture di caffè furono distrutte da una malattia. Caldo, altitudine e pendenza fruttano al Paese oltre 300 milioni di chili l’anno, un raccolto che vale il secondo posto fra le nazioni produttrici di tè al mondo.

Dai finestrini gli arbusti olivastri si alternano ai ruscelli, finché si giunge in visita alle fabbriche. Qui, l’Orange Pekoe si sorseggia puro. Qui, il verde cambia a mano a mano che procede la lavorazione; le foglie restano imbrigliate nello spago come i covoni di fieno in Valpadana e poi, ormai scure, si abbandonano all’abbraccio della carta prima di finire in una tazza da qualche parte del mondo.

L’oro del sesamo

Lo Sri Lanka è l’emporio dei sapori: poche volte capita che cibi e aromi si intreccino così a tavola. Merito del clima isolano, ma anche retaggio di colonialismo e immigrazione.

Il risultato? Al visitatore scatta la voglia di assaggiare ogni piatto: banana fritta, vadai di gamberi (polpettine fritte a base di farina di lenticchie), riso al curry.

I mercati colpiscono per la varietà di profumi e colori: il sesamo e gli altri semi dalle mille tonalità ocra sono esposti in teche di vetro che ricordano i chioschi di caramelle dei parchi giochi. Poi i giardini, dove ogni pianta è protetta alla base con noci di cocco intagliato, mentre chiodi di garofano, peperoncino e altre decine di spezie provocano un’esperienza sensoriale a 360 gradi.

Acqua rossa, acqua blu

Sigiriya è un miraggio per gli appassionati di trekking. Fortezza durante il regno di Kassapa, è una massa rocciosa costituita da accumuli di magma indurito, che tinge di porpora i canali dei giardini che       la circondano incorniciando i vialetti in un percorso che pare disegnato. Le stesse gocce cremisi colorano le pozzanghere del Minneriya National Park, dove i monsoni  regalano agli elefanti fango per giocare e agli uomini bagliori di luce impossibili da dimenticare.

Weligama, dove Steve McCurry negli anni Cinquanta immortalò i pescatori sui pali, è sulla costa opposta rispetto a Trincomalee, dove fa tappa il nostro viaggio. Qui, i pescatori salgono su variopinte barche di legno quando ancora in cielo indugiano le stelle. Uno spettacolo che continua fino allo spuntare del sole: l’arena riflette il primo raggio, ma il mare si diletta a rimanere ancora un po’ cobalto.

Caleidoscopio. Non soltanto di colori

Non c’è un colore, un pensiero, una frase, che  racchiuda in sé le sfumature culturali di Ceylon. Lungo il viaggio capita di conoscere una  guida di  religione cristiana, ma seguace della filosofia buddhista.  Come si concilia questa apparente inconciliabile dicotomia? A guidarlo nella vita di tutti i giorni è la morale. Nello Sri Lanka  il 74% della popolazione è buddhista; la minoranza più numerosa sono i tamil, per lo più induisti. Ci sono templi nei quali le due religioni coesistono separate soltanto da una porta.

A Dambulla tutto parla  di Siddhartha Gautama. Non soltano le statue si susseguono l’una accanto all’altra, ma anche  le pareti  del Tempio d’Oro sono affrescate con i richiami di Buddha all’insegnamento e alla meditazione. Si incontrano fedeli con cesti di vimini colmi di manghi e gelsomini, offerte di famiglie nelle quali la mano della nonna stringe sempre quella della bambina.

Il Tempio di Gokana si staglia a  picco sulla baia  di Trincomalee. È decorato in ogni  centimetro, fra antiche immagini di Sarasvati e nuove insegne luminose con gli avvisi delle celebrazioni: per qualcuno kitsch, per altri magico. Poi, quasi fosse la scena di un film, il profumo degli incensi si diffonde a ogni ondeggiare di sari, mentre il rintocco delle campane induce a correre chi si è attardato a guardare le onde.

Poi, bianco e nero

Torni e ti accorgi che mancano tinte sulla tavolozza. Pochi giorni non bastano per entrare nel profondo dell’anima di questo Paese, cogliendo gli effetti persistenti delle  ingiustizie. Un relitto sulla spiaggia di Nilaveli rievoca lo tsunami del 26 dicembre 2004, che provocò 30.000 morti e danneggiò chilometri di costa. E i militari a Fort Frederick ricordano i trent’anni di guerra civile, nata con i conflitti fra il fronte indipendentista delle Tigri Tamil e l’esercito governativo. Il dignitoso pasto degli studenti di arti marziali del villaggio Patikara Maduwa non riesce a nascondere le ristrettezze economiche in cui si trovano ancora troppe famiglie nel Paese. Una fotografia nera, che non puoi scattare. Ma, nonostante le difficoltà, tutti ti regalano un sorriso. Di quelli a pieno viso, con i denti che brillano e illuminano lo sguardo: spunta a qualsiasi età e in qualunque momento. Puoi solo ricambiare, incredulo, perché qui è naturale. E allora poco importa se la mano che dovrebbe fare ‘click’ sulla reflex è lì, a stringerne un’altra. L’istantanea si imprime nei ricordi, bianca come un sorriso.

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4 Thoughts to “Reportage di Federica Priori”

  1. Marce

    Ritmo, eleganza, poesia. Assenza di autoreferenzialità. Due occhi che vedono l’invisibile, una penna che condensa l’impalpabile. Questo, decisamente.

  2. Katia

    Se dopo aver letto un testo come questo decidi di partire per lo Sri Lanka vuol dire solo una cosa… grazie per lo splendido reportage

  3. […] la premiazione del concorso Best Reporter che ha visto vincitrici Daniela Boffa, Federica Priori e Federica Barone, dopo il bellissimo weekend passato in compagnia di tanti amici all’evento […]

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