Asia e Oceania Notizie da: Reportage 

[Intervista Fotografica] Michele Rigamonti

“Un viaggio alla ricerca dell’attimo di silenzio, il più prezioso, l’attimo che precede la creazione. Con la natura intorno, pronti ad ascoltare, tra cascate e piantagioni di tè, con gli occhi pieni della maestosità dei templi ed incuriositi dal fascino degli elefanti. L’attimo in cui l’archetto del Maestro Rossi si poserà sulla viola e s’accorderà con i suoni della natura, l’attimo in cui il fotografo Antonio Manta spingerà il dito sul pulsante di scatto per fermare il tempo. Fusione delle arti, fusione dell’arte con la natura, per un viaggio sulle tracce della meraviglia. Per chi ha voglia di migrare verso l’oltre, verso le mete visibili e invisibili.”

Linda Ansalone

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Il fotografo Michele Rigamonti, intervistato dalla giornalista Linda Ansalone, durante il viaggio in Sri Lanka con Reporter Live:

 

 

La visione del mondo che vuoi trasmettere? Come indaghi il mondo?

Sono un nostalgico, legato al passato, mi ritrovo spesso a guardare vecchie fotografie, a ricordare e la fotografia ti dà proprio questo: la possibilità di costruire un ricordo. E poi fotografo per far conoscere il mondo a chi non ha la possibilità di viaggiare, avendo uno sguardo diverso dai mass media.

 

Cosa cercano in particolare i tuoi occhi?

Solitamente ricerco sempre delle forme simmetriche, che siano uguali per quanto riguarda la paesaggistica, per la ritrattistica invece vado alla ricerca del vero stato d’animo della persona che ritraggo. Punto molto sugli occhi che per me trasmettono al meglio l’essenza dell’individuo.

 

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Come si guarda per fare una foto?

Non saprei, ci sono diversi modi di guardare, ogni volta in maniera differente.

 

 

Mentre fotografi sai sempre quello che vuoi?

Sì, anche se a volte, ottengo risultati che non mi aspetto, in senso positivo intendo.

 

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Quello che trovi alla fine in foto è sempre quello che pensavi di trovare?

Sì, immagino già prima dello scatto ed è solo immaginando che poi si realizzano grandi idee.

 

 

Immagini la vita delle persone che fotografi?

A volte cerco di immedesimarmi nel soggetto, credo sia il modo migliore per poterlo fotografare.

 

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Hai mai pensato di rubare loro qualcosa? Di aver preso più di ciò che ti era stato concesso?

Sì a volte sì, proprio partendo dall’immedesimazione col soggetto, cerchi di capire lo stato d’animo e quando ti spingi oltre realizzi di aver varcato un muro. Infatti avverti che l’altro si sente come invaso dalla macchina fotografica, allora capisci che è il momento di chiudere l’obiettivo.

 

Pianifichi una foto o nasce da sé? È più importante per te comunicare il percorso che ti porta al risultato o il tuo lavoro finale?

Dipende dalle circostanze, però sono sempre più propenso a pianificare e mostrare il progetto che mi ha portato a quel risultato, soprattutto per far comprendere che non è semplice ottenere certi obiettivi e far capire come si ottengono prima ancora del lavoro finale ottenuto.

 

Esiste un’etica nelle tue foto? Esiste qualcosa che ti rifiuti di fotografare?

Sì, dal mio punto di vista di ventenne vedo tutti presunti fotografi (attenzione anche io non mi definisco un fotografo), però c’è chi si attribuisce questo titolo e fotografa il nulla. Non amo la banalità oppure il fotografare tutto quello che mira a dimostrare la superiorità di una persona. Credo che questo succeda soprattutto ai mie coetanei per ricevere sui social network compiacimento.

 

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Applichi la sintesi in ogni singolo scatto?

No, per raccontare una storia scatto più fotografie.

 

Vivi l’“urgenza” in fotografia, una sorta di fame fotografica.

A volte si, avverto il bisogno di fotografare e lì non ce n’è per nessuno.

A volte avverto il bisogno di scattare come se fosse primario; Mi piace definirla “fame di fotografare”, perché è solo grazie alla fotografia che riesco a fuggire da quello che è il mondo circostante e posso creare e rappresentare ciò che è veramente mio.

 

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Esiste la realtà nella fotografia? O la fotografia è sempre una copia della realtà?

Esiste, perché la realtà che rappresenta la fotografia è quella dei miei sentimenti e a volte molte cose sono più facili da dire tramite una foto che a parole.

 

Quale parte del mondo vedi quando fotografi e quale cerchi di cancellare?

Non tendo mai a cancellare nulla, mi piace riportare ciò che vedo per una perfetta aderenza alla realtà delle cose, la mia realtà delle cose.

 

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Avresti una definizione per te, che ti rappresenti come fotografo?

Non mi definisco fotografo, sono un giovane ragazzo inesperto con ancora tanta strada da fare.

 

 A cosa hai pensato oggi durante l’esibizione di Danilo?

È stata una delle cose più belle a cui abbia assistito, un momento unico e magico, favoloso portare in un altro contesto la musica classica, ascoltata per lo più in teatro e non tra le mangrovie o in un isolotto.

 

Quale è il luogo dello Sri Lanka che avevi immaginato di fotografare ed ancora non hai visto?

Onestamente non c’è un luogo preciso, è un paese che non ho ancora vissuto, non sapendo come fosse nella realtà, non avevo immaginato nulla a priori.

 

Il ricordo più bello di questo viaggio?

È un mix di emozioni e ricordi che rimarranno scolpiti nella mia mente ed incorniciati.

 

 

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