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Il mio primo viaggio all’estero [reportage di Sara Marri]

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Sara Marri

download_pdf-150x150Ho sempre sentito dire: “Viaggiare è come vivere due volte” oppure “Un viaggio non è un viaggio vero se non ti cambia almeno un po’”.

I pochi viaggi che ho fatto fino ad oggi sono stati tutti molto belli però forse nessuno mi aveva dato conferma di questa cosa, non avevo mai visitato una civiltà cosi diversa da noi… Forse è proprio questa la differenza… In questo viaggio è stato come vivere una seconda vita… Una vita diversa… Come rinascere in un posto molto molto lontano nel tempo, catapultata nel passato… Quasi come nei film che guardavo da bambina.

Ritorno a casa, ritorno alla solita routine … Il mio primo viaggio all’estero … Non mi sembrava vero quando sono partita, volevo vedere un altro modo di vivere, una nuova cultura, qualcosa che fosse fuori dall’ordinario, un viaggio alternativo… Tornata a casa ho pensato decisamente che questo viaggio aveva rispecchiato tutte le mie aspettative ed ero davvero molto contenta di averlo scelto.

Sri Lanka, colline nuwara eliya

Una jungla verdissima, un modo di vivere e una cultura completamente diversa, il sorriso dei bambini. Forse le tre cose che mi sono rimate più impresse di quell’ isola spersa nel bel mezzo dell’oceano indiano. Quando sono partita non sapevo neanche dove fosse ma la curiosità mi ha spinto a sceglierla, il suo essere così fuori dal mondo mi aveva già fatto capire che questo viaggio non sarebbe stato come tutti gli altri ma avrebbe avuto qualcosa in più, qualcosa di speciale.

Il viaggio è stato interminabile, ma, al nostro arrivo siamo subito ripagati dall’ accoglienza di una popolazione molto solare e che, nonostante viva in miseria, non nega mai un sorriso. I loro volti sono molto sinceri, genuini, anche quelli degli adulti, non solo i bambini. Se ci capita di incrociare anche solo per un attimo lo sguardo di un bambino è tangibile la loro voglia di vivere e il sorriso che porta dentro di se la speranza, la voglia di andare avanti nonostante le enormi difficoltà. Facile quindi sciogliersi davanti ai loro sorrisi per noi turisti, ma solo loro sanno veramente cosa sia vivere effettivamente quella vita, quella cultura, noi possiamo solo immaginarlo. Nei primi giorni del tour abbiamo visto numerosi templi, ciò che principalmente differenzia la loro cultura dalla nostra è il culto, le loro continue preghiere davanti al Buddha, tutti i giorni ci sono file lunghissime di persone davanti ai templi che portano doni e pregano, credo che nelle loro preghiere ripongano tutte le loro speranze.

Nei giorni a seguire abbiamo affrontato il rafting tra le rapide del fiume Kelani, ci siano immersi nella foresta lussureggiante e incontaminata e con coraggio siamo saliti su dei piccoli gommoni guidati da persone locali esperte. Non avevo mai fatto un esperienza similare prima, l’adrenalina che ti scorre dentro è incredibile, le grida le urla e per finire ci siamo gettati nel fiume cercando di arrivare a riva tra canzoni e giochi in acqua.

Nel frattempo iniziano le riprese per fare i servizi sui vari luoghi che visitiamo, ognuno ha di volta in volta un servizio da svolgere in una, due o più persone, vengono fatte le riprese , si racconta della popolazione locale, dei posti, della cultura e si fanno delle interviste.

Tra le lussureggianti colline dello Sri Lanka abbiamo visitato Nuwara Eliya dove si trova un’ antica fabbrica di tè: è incredibile come qui l’odore del te sia cosi inebriante, non è come quello di casa, ti entra dentro, ha una lavorazione lunga prima di giungere nelle famose bustine che noi usiamo comunemente tutti i giorni e ve ne sono davvero di tutti i tipi da quelli più forti e speziati a quelli normali. Un’ esperienza incredibile quella del famoso treno che circonda tutta l’ isola da Nuwara Eliya a Kandy, me lo immaginavo molto più vecchio, tipo quegli antichi treni a vapore che c’erano un tempo, e invece eccolo qua un bel treno moderno, unica differenza ci sono delle parti completamente aperte, in cui ci si può affacciare fuori o mettersi a sedere con le gambe penzoloni e goderci quindi il bellissimo paesaggio e le immense distese di coltivazioni. Sul treno incontriamo poi dei bambini locali con i genitori, noi iniziamo a cantare delle canzoni e cosi anche loro ci accompagnano e la cosa più strana e che si mettono a cantare con noi non solo i bambini ma anche i genitori, senza vergogna, come se fosse la cosa più normale del mondo …il mio primo pensiero è che in Italia questo non sarebbe mai successo, sopratutto gli adulti non lo avrebbero mai fatto, avrebbero provato vergogna …invece loro no …loro lo hanno fatto con estrema naturalezza, genuinità senza pensare a ciò che avrebbero pensato gli altri che li avrebbero visti ….perché è proprio questa la differenza tra noi e loro ….li è ancora tutto genuino …tutto intatto …qui tutto artificiale o quasi …qui si pensa al materiale …li alle cose spirituali e si prega e c’è ancora una grande speranza nei loro occhi, credo sia questo quello che manca adesso a noi, la speranza che le cose un giorno possano ancora cambiare.

Il treno arriva in mattinata a Kandy dove c’è un mercatino locale e il giardino delle spezie pieno di piante esotiche mai viste prima, i cui frutti portano tutti a dei rimedi medici molto efficaci … Nello spiegarceli ne sentiamo tutti gli odori … È come un mix incredibile di profumazioni di cacao, pepe nero, caffè, vaniglia, alla fine facciamo anche un bel massaggio rilassante, sono davvero molto bravi!!

Nei giorni a seguire decidiamo di fare un escursione in più: gli elefanti. È davvero una delle cose che una volta nella vita avrei voluto provare… Non capita tutti i giorni di montare sulla testa di un elefante mentre passeggia… Se non lo avessi fatto me ne sarei davvero pentita… Che esperienza!!

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Poi c’è il giorno del safari al Minneriya National Park: terra brulla, spoglia, grandi laghi contornati da stormi di uccelli e intorno a noi un gran silenzio interrotto ogni tanto solo dal rumore di qualche jeep. Dopo un po’ di tempo iniziamo a vedere anche qualche elefante e anche delle vere e proprie famiglie che noncuranti della nostra presenza continuano a battere e staccare l’erba con le zampe, poi a raccoglierla con la proboscide.

È l’atmosfera la cosa più bella, sembra tutto un altro mondo, incontaminato, c’è una grande calma e serenità…

Bellissima poi anche la tappa a Sigiriya, Patrimonio Mondiale dell’ UNESCO, per arrivare in cima richiede di fare una scalata, lunghe rampe di scale per poi arrivare ad una vera vista mozzafiato, da li si è potuto vedere tutta l’isola praticamente. Fatte numerose foto, video ecc siamo poi scesi giù e diversi bambini ci sono venuti incontro chiedendoci di fare delle interviste con delle domande in inglese, che carini !! Ripartiamo quindi attraversando villaggi fatti di poche capanne e sorrisi, di semplicità e di onestà, cose che non dovrebbero mai essere perse. Ed ecco che arriviamo in un antico villaggio rurale, mi stupisco perché veniamo accolti ai piedi di un gigante albero da un gruppo di soli uomini e ragazzi. Lì incontriamo il grande maestro che ci insegna le arti marziali, rimaniamo affascinati da come questa tecnica sia mescolata alla preghiera. Sempre in questi giorni facciamo anche degli ottimi pranzi locali nei villaggi del posto, mangiamo su piatti fatti di foglie e preferibilmente utilizzando le mani al posto della forchetta. È tutto molto buono, solo un po’ troppo speziato, però è proprio quello il buono della cucina locale…Non è un vero pranzo locale se non ci si alza da tavola con la bocca almeno un po’ infuocata!!

L’ultima parte del nostro viaggio la passiamo in una cittadina di mare, a Trincomalee. L’ hotel è davvero molto bello e moderno, cosi il pomeriggio lo passiamo liberamente in spiaggia per fare un meritato bagno o in piscina a giocare a beach volley.

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Questo giorno di meritato riposo ci voleva davvero perché il mattino seguente partiamo per un’escursione volta all’avvistamento dei delfini e forse anche delle balene. Partiamo su piccole barche a gruppi e dopo una mezzora di viaggio cominciamo a vedere traccia di delfini che sguazzano da una parte all’altra! È bellissimo, danno un gran senso di libertà. Purtroppo dei grossi mammiferi nessuna traccia, dopo un po’ li perdiamo di vista.

Sempre a bordo di un battello raggiungiamo Pigeon Island, facente sempre parte della riserva naturale, un’isola con spiagge di sabbia bianchissima mista a coralli. Pinne, maschera e boccaglio e via con lo snorkeling: avvistiamo branchi di pesci coloratissimi, a strisce che si muovono in schiera tutti compatti da una parte all’altra. E davvero bellissimo, non avevo mai visto cosi tanti pesci tropicali!!

Siamo giunti alla fine del viaggio, raccontare non e la stessa cose che vivere … Quello che è raccontato viene letto e solo immaginato, quello che è vissuto rimane dentro come un ricordo ma non si cancella, nessuno te lo potrà mai togliere, rimane nel tempo e ci fa capire come e quanto è importante vivere la vita e trascorrere il tempo che abbiamo a nostra disposizione rendendo ogni attimo unico e irripetibile perché magari sono solo attimi quelli che viviamo ma non torneranno più, resteranno solo dentro di noi e formeranno il nostro bagaglio di esperienza per la vita.

Questo viaggio mi ha insegnato che non si dovrebbe mai spegnere il sorriso perché se riescono ad averlo loro nonostante tutto, noi che siamo molto più fortunati non dovremmo mai dimenticarcene. Se ripenso al passato, alle volte in cui sono stata male o mi sono sentita triste, alle volte in cui tutto mi sembrava come un tunnel senza uscita, semplicemente non avevo capito che sorridere è la medicina migliore in ogni caso, ci scalda, ci fa sentire bene e ci rende più vicini all’altro e di conseguenza mai completamente soli.

Sara Marri

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